“ Ci sono quattro grandi cause per qui valga la pena di morire: la fede, la patria, la famiglia e il Basileus…..”
Con queste parole martedì 29 Maggio 1453 l’ultimo Imperatore Romano d’Oriente Costantino XI Paleologo salutò familiari e intimi amici e si avviò a sostenere l’ultima battaglia in difesa di Costantinopoli. All’una e mezza di notte Maometto II diede ordine di attaccare e le campane delle chiese cominciarono a suonare per avvisare che la battaglia finale era cominciata. Vennero quasi tutti massacrati incluso Costantino XI. Costantinopoli, città fondata da Costantino nel 330, era perduta e l’impero bizantino durato 1058 anni aveva cessato di esistere come stato sovrano. Ma la storia dell’Impero Romano non finisce con la caduta di Costantinopoli. Continua in Italia nel Monferrato dove i Paleologo si stabilirono esilio. Qui Zoe, figlia di Tommaso Paleologo, sposò Ivan III Gran Principe di Mosca ( imparentato con i Romanov ) assumendo il titolo di Cesare ed ereditando il titolo legittimo dell’Impero Romano d’Oriente compreso lo stemma imperiale, l’aquila bicipite, che tutt’oggi è presente nella bandiera della Federazione Russa. Ivan il terribile amava dire “ Due Roma caddero, ma la terza Roma, Mosca, non cadrà “, ma questa è un’altra storia……
Siamo a Istanbul, città che a mio parere è una delle più belle del mondo, ricca di storia, arte e cultura. Da qui passarono civiltà e uomini che scrissero la storia, dagli Ittiti ai Persiani, dai Greci ai Celti. A Zela, Giulio Cesare pronunciò le storiche parole “ Veni, vidi,vici ”. Costantino il Grande che cambiando nome e capitale al suo impero cambiò il futuro dell’Asia Minore, Giustiniano che per la consacrazione di Santa Sofia il 27 dicembre 537 disse “…….Ti ho superato, oh Salomone “ aveva creato un tempio alla saggezza consegnandolo alla storia.
Poi arrivarono i Turchi preceduti da un tam tam che li definiva abituati a vizi lussuriosi, barbari sanguinari, fornicatori e spietati, ignorando l’alto grado di civiltà raggiunto per merito dell’Islamismo. Una religione che tra i suoi precetti ha la difesa dei deboli, il mantenimento di orfani e vedove, la cura e il rispetto degli anziani , che permise la creazione di uno dei più grandi capolavori di architettura islamica : la Moschea Blu, raffinato gioiello architettonico in cui stupisce la forza di sentimenti ed emozioni che riesce a trasmettere a fedeli o a semplici viandanti.
Dalla parte vecchia di Istanbul non si vedono le ferite urbanistiche di alcuni quartieri degradati e sovrappopolati che sono presenti e che vengono citati come aspetto negativo anche dalla nostra guida. Ma il complesso spettacolare di questa città non ha eguali, sembra sospesa tra la terra e il cielo. Il mare è solcato di continuo da battelli che fanno la spola tra una riva e l’altra del Corno d’Oro lasciando alle spalle la loro scia bianca, mentre grandi petroliere dal mar Nero scivolano nel Bosforo verso il mar di Marmara lottando contro la corrente. Ponti e strade sono battute continuamente da una miriade di mezzi di locomozione di tutte le età, in un tripudio di clacson, traffico e boati di scappamenti in pessime condizioni, Anche qui come in altre grandi metropoli è il traffico a farla da padrone.
Ma in questo risiede il fascino di questa straordinaria città che si estende su due continenti e che la storia ha reso unica nel suo genere, ora ammirata per i suoi gioielli come il palazzo Dolmabahce residenza ufficiale dei Sultani che fu anche palazzo presidenziale sotto Ataturk, padre, fondatore e primo presidente della Repubblica Turca, il quale trascorse qui i suoi ultimi giorni e morì proprio in questo edificio nel 1938.
Palazzo Topkapi residenza dei sultani prima della costruzione di Dolmabahce, ora trasformato in museo.
Interessante e curiose le cisterne sotterranee. Ve ne sono diverse, io ho visitato la più spettacolare, il nome non ha molta importanza, si trova a pochi metri dalla basilica di S. Sofia. Sorretta da centinaia di colonne di riporto, alla base di alcune di queste, costituite da blocchi di marmo, vi sono raffigurate delle meduse in bassorilievo.
Dell’Ippodromo rimane ben poco, preferisco raccontarvelo com’era un tempo all’epoca di Settimio Severo 203 dC. Successivamente ampliato da Costantino il Grande, a metà del lato orientale vi erano collocati quattro stupendi cavalli di bronzo che ora si possono ammirare sulla facciata della chiesa di S. Marco a Venezia.
Gli obelischi presenti sono: quello Egiziano risalente all’epoca di Tutmosis III 1500 aC , la cui collocazione risale al periodo di Teodosio I. Il basamento raffigura il sovrano circondato da membri della propria famiglia e dignitari,E’ incluso un testo in Latino che recita “ all’inizio avevo posto resistenza però in seguito all’ordine della sua maestà, ho dovuto portare la palma della vittoria sui tiranni annientati. Tutto obbedisce a Teodosio e alla sua dinastia ininterrotta; anch’io sono stato vinto e sotto il governo del governatore Proclo, in 30 giorni, sono stato costretto ad erigermi”.
L’obelisco di Costantino VII Porfirogenito rivestito inizialmente con lastre metalliche, si pensa di rame o di bronzo, successivamente depredate dai partecipanti della IV crociata.
L’ultima testimonianza dell’ippodromo è la Colonna a Serpentina. Si tratta di un trofeo che i greci, vincitori nella battaglia di Platea 479 aC, avevano fatto erigere fondendo le armi dei nemici Persiani e i loro alleati.
La torre di Galata che si intravede a forma di matita sulla destra, si trova in un quartiere caratterizzato da vicoli stretti, diverse case medioevali ben conservate, caffè sempre pieni, aromi intensi di spezie. Ottima impressione, comunque un posto dove fa sempre piacere tornare.
La fortezza di Rumeli fu costruita dal sultano Mehmet II nel 1452 per la conquista di Costantinopoli con lo scopo di bloccare gli approvvigionamenti dal Mar Nero in sostegno dei Bizantini assediati, venne eretta in 4 mesi nel punto più stretto del Bosforo creando una barriera con i loro cannoni. Ora è adibita a museo.
Il XX secolo portò il crollo dell’Impero Ottomano, che il trattato di Sèvres ridusse più o meno alla Turchia odierna, e fu allora che si presentò al mondo Mustafa Kemal ( Ataturk ) il padre della Turchia moderna. In anticipo sui tempi, fu lui a volere la nascita di uno stato moderno e laico dove l’Islam rimaneva una religione e non una fede che dettava le regole di vita, traghettando il paese verso l’occidente e facendo crescere una generazione che potesse abbracciare la democrazia come stile di vita……………..
Siamo nella provincia di Ankara, popolazioni Attiche, Frigi, Ittiti, Urartei ( le stesse che popolano le pagine della Bibbia) si sono susseguite nel tempo contribuendo alla crescita culturale di questo paese. Da qui passò il patriarca Abramo nel suo viaggio da Ur a Canaan, da qui re Mida entrò nella leggenda e questa è la sua tomba.
Da qui re Muwatalli entrò nella storia portando il suo esercito in Siria per scontrarsi con il giovane Faraone Egiziano Ramsete II nella battaglia di Qadesh .Siamo nel posto più interessante di Ankara: il Museo delle civiltà Anatoliche, dove migliaia di reperti narrano la storia di questa antica regione e dei suoi popoli. Ma Ankara rimane una città bigotta che non riesce a scrollarsi di dosso la sua aria un po’ provincialotta, rispetto al deciso fascino di Istanbul.
Hattusa capitale del regno Ittita, questa è la porta dei leoni,di cui rimane pochissimo, ma da questa porta passarono le armate ittite nello scontro con Ramsete II sulle rive del fiume Oronte in Siria del quale rimane traccia nel 1° trattato internazionale che la storia ricordi.
Uno dei motivi che rendono famosa la Cappadocia sono le sue stupende formazioni geologiche di un territorio sottoposto ad una erosione millenaria che ha portato la formazione di un paesaggio particolare, questi coni sovrastati da massi vengono chiamati i camini delle fate.
Nelle valli di Goreme anche la storia dell’uomo ha lasciato tracce straordinarie dal valore storico ed artistico incalcolabili. Le chiese possono vantare splendidi affreschi di epoca Bizantina e, grazie al clima , sono ben conservate.
Il paesaggio si fa irreale. Queste formazioni di tufo sono state scavate nei secoli e hanno offerto rifugi e abitazioni rupestri spesso collegati da cunicoli che ancora oggi vengono largamente utilizzati.
I caravanserragli diffusi in tutto il Vicino Oriente e Nord Africa, sorgevano lungo le vie carovaniere che univano oriente e occidente, ed erano destinate a ospitare uomini ed animali .La Turchia era una via di transito obbligatoria.
Secondo un’antica leggenda frigia, Konya fu una delle prime città ad emergere dal diluvio universale. Particolarmente interessante il Monastero dei Dervisci Danzanti con il Mausoleo di Mevlana Celaleddin. Nel XIII sec vide la nascita di numerose formazioni monastiche musulmane i cui adepti si chiamano dervisci (frati musulmani ). Uno di questi ordini fu fondato da Mevlana Celaleddin . Da una parte predica il disprezzo per il mondo, dall’altro ne ammette la bellezza. Sostanzialmente nelle sue poesie predica l’amore e la tolleranza.
Dopo la conclusione della Guerra di Troia gli Achei, sotto la guida di Calcante e Mopso, raggiunsero le coste Mediterranee dell’Anatolia fondando Perge. Questa è la leggenda ….. in realtà dopo il passaggio di Alessandro Magno come l’intera Pamfilia passò dalla dominazione Seleucide a quella dei Tolomei finchè non arrivarono i romani. Percorriamo la via principale.
Occorre molta fantasia per immaginarsi questa città che nel suo tempo doveva essere un vivace centro, questo è lo stadio.
Il teatro
Le terme
Il mercato
Ricca di scambi commerciali anche grazie alla sua posizione naturale che la rendeva un porto naturale
Quello che resta dell’acquedotto.
Il colpo di grazia arrivò con un terremoto che ne segnò la fine.
La tradizione Greca vuole la città di Aspendos fondata da coloni di Argo, capeggiati da Mopso indovino di Tebe che partecipò alla guerra di Troia. Fu il re di Pergamo Attalo II che alla sua morte 150 aC lasciò in eredità i propri domini al suo alleato l’Impero Romano. Il teatro è sicuramente spettacolare ed in buoni condizioni.
Queste casupole scavate nella roccia sono tombe Lici risalenti al IV sec aC.
L’antica città di Myra , l’odierna Demre, è sede della chiesa di San Nicola che fu vescovo di Myra tra il III e IV sec. Imprigionato e giustiziato da Diocleziano, fu venerato come protettore dei marinai e dei bambini. Da questa figura nacque il personaggio di Babbo Natale, Santa Claus è infatti un deformazione di Sanctus Nicolaus. Successivamente le spoglie vennero trafugate e traslate a Bari di cui ne divenne il patrono.
Kekova è un’isoletta che nasconde stupendi tesori archeologici, ricordo di un epoca in cui approdavano grandi navi. Resti di reperti Greci, Lici, Romani e Bizantini. Questo tratto di litorale nei pressi di Demre presenta suggestive tombe bagnate dal mare di cui alcune semisommerse, tra anfore e costruzioni sommerse. L’aspetto di questo villaggio non deve trarre in inganno. Fu infatti capitale della Licia nel 5 sec sotto l’imperatore Teodosio II.
Alle rovine di Xanthos arriviamo uscendo dalla strada principale. Attraversiamo un villaggio percorrendo una strada secondaria in terra battuta, fino a quando ci imbattiamo nelle prime rovine. I reperti più importanti sono tutti concentrati in un’ area ristretta: il teatro romano
Monumenti funebri, tra questi il pilastro delle arpie, ed il pilastro iscritto nella lingua dei Licia, lingua ormai persa.
L’agorà.
Siamo nell’antica città di Caunos. Sorta nei pressi di un piccolo lago che si collega al mare tramite una moltitudine di canali dove bambù e gabbiani fanno da padroni di casa la raggiungiamo a bordo di una barca. Durante il tragitto ammiro questo paesaggio bucolico che trovo molto rilassante. Ammiro le ripide pareti rocciose, le tombe scavate nella roccia che assomigliano a quelle già viste nella Licia e simulano la facciata di templi greci.
Bisogna percorrere a piedi un sentiero costeggiando le antiche mura fino all’entrata della città antica
All’interno il teatro attorno al quale si raggruppano alcuni edifici tra i quali un complesso termale trasformato in chiesa in epoca Bizantina.
A Dydyma fu Alessandro Magno a costruire il santuario dedicato al dio Apollo sui resti di quello precedente molto più antico. Nell’antichità questo santuario godeva di una grande fama da parte di sovrani che si sono succeduti nella storia, come Creso re dei Lidi 550 aC o il faraone Nechao 600 aC citato da Erodoto nei suoi scritti. Per le dimensioni così colossali, i continui ampliamenti e perfezionamenti continuarono per secoli e vennero impiegati gli stessi architetti che lavorarono al tempio di Artemide ad Efeso considerato una delle 7 meraviglie del mondo.
Questa testa di medusa è uno dei migliori esempi di scultura del II sec dC.
Mileto le sue origini si perdono nella leggenda. L’Iliade racconta che i suoi abitanti parteciparono alla guerra di Troia a fianco dei troiani. Il destino di Mileto avvenne quando, capeggiando la rivolta contro i persiani, distrusse Sardi nel 500 aC , quartier generale delle forze di occupazione persiana. Il contrattacco fu spietato. Sconfitta nella battaglia navale di Ladè, Mileto fu distrutta e gli abitanti deportati in Mesopotamia.La storia successiva va inquadrata e legata ai grandi imperi che si susseguirono nella regione.
Il teatro è l’edificio più imponente di Mileto.
Di Priene la storia narra di due insediamenti con lo stesso nome. L’unico reperto che ci giunge dal primo insediamento è una moneta con l’effigie di Atene risalente al 500 aC. Non si sa dove sorgesse questo insediamento, ma sappiamo che gli abitanti parteciparono alla battaglia di Ladè contro i persiani. Nel 350 aC fu fondato il nuovo insediamento sul pendio di una collina che si presenta con il teatro caratterizzato da poltrone collocate attorno alla platea per le persone di riguardo,con il tempio di Atena ed il colonnato.
A Efeso nell’anno 131 aC muore Attalo III designando Roma erede del suo regno, e di conseguenza tutti i territori compreso Efeso vennero inclusi nella Repubblica Romana, La sua storia è legata a Roma prima, a quella dell’impero Bizantino poi. Efeso divenne sede di una delle prime comunità cristiane, nominata come una delle sette chiese dell’apocalisse ossia comunità ecclesiastiche dotate di gerarchia. Il tempio di Adriano conserva tracce di un grande passato, il bellissimo arco centrale finemente scolpito con in fondo una figura femminile che ricorda la classica medusa.
I resti dell’Agorà dove si aprivano i negozi e dove probabilmente era ospitato un mercato degli schiavi.
La biblioteca del Celso fu edificata da Tiberio. Devastata da un incendio rimane pressoché intatta la facciata esterna. Belli anche i fregi interni.
Il teatro è giunto fino a noi in eccellente stato di conservazione.
Statua di Artemide.
Una Nike, Dea Alata della Vittoria.
Fu Giulio Cesare a rendere autonoma la città di Afrodisias, come testimoniano le monete qui coniate. Il suo massimo splendore venne raggiunto sotto l’Impero Romano ed a quell’epoca risalgono alcuni reperti interessanti come dei fregi che ornavano i sarcofagi estratti nella necropoli.
Il teatro trasformato successivamente in arena per gladiatori.
Il grandioso stadio eretto nel I sec dC, è uno dei meglio conservati della Turchia.
Monumento originale il Tetrapylon edificato nel II sec. dC a forma di arco quadrifronte sorretto da colonne.
Siamo nella zona archeologica di Hierapolis. Tra i monumenti meglio conservati troviamo il teatro.
La necropoli.
Tutta la zona di Pamukkale è formata da sorgenti di acqua calda, che sgorgando in superficie lasciano depositi di calcio che formano queste cascate pietrificate.
Nell’ antica città di Sardi anticamente giungeva la “strada reale” proveniente da Susa. Durante il regno dei Lidi ne divenne la capitale. La sua chiesa è una delle sette citate nell’Apocalisse.
Distrutta da un terremoto fu ricostruita dall’Imperatore Romano Tiberio, saccheggiata dai Persiani nel 620 dC ed abbandonata definitivamente in seguito alle incursioni Mongole nel XV sec. Si possono notare i resti del teatro e dello stadio.
Le rovine del tempio di Artemide.
Il Ginnasio con strada, palestra, portici.
Il Regno di Pergamo ebbe una vita molto breve, senza influenzare le vicende politiche dell’Asia minore, però Pergamo si distinse nell’antichità per la sua famosissima biblioteca, il suo ospedale, le ricerche tecniche nei più svariati campi dall’arte agli acquedotti, dalla manifattura alle costruzioni. Anche Pergamo come Efeso fu sede delle prime comunità cristiane, anch’essa menzionata nella Bibbia come una delle sette chiese dell’Apocalisse. Sulla strada dell’acropoli incontriamo una Basilica tra le più antiche e più grandi di tutta l’Asia minore, costruita in mattoni all’epoca dell’imperatore Adriano.
Sul pendio della collina troviamo, o meglio doveva trovarsi, l’altare di Zeus, ne rimangono solo i gradini.
L’intero edificio fu trasportato a Berlino dove per ricomporlo ci vollero 30 anni, queste sono le foto dell’altare di Pergamo fatte in un viaggio a Berlino tanti anni fa.
Si notano la stupenda composizione di altorilievi in cui viene rappresentata la lotta dei giganti contro gli dei.
Questo monumento impressionò talmente tanto l’apostolo Giovanni che in una lettera indirizzata alla chiesa di Pergamo citò questo altare come “ …..il luogo dove si trova il trono di Satana.”
Siamo arrivati alla mitica Troia. Qui la storia si fonde con la leggenda. Leggende fatte da uomini, regni e di grandi città, e dalle loro macerie accumulate le una sopra le altre si formò un’altura artificiale che gli archeologi raggrupparono per comodità in nove strati, i primi risalenti al 3000 aC.
Questo è quello che dice la storia, a me invece piace legare le vicende di Troia alle imprese eroiche di Achille e di Ettore, alla bellezza di Elena, alla tragedia di Cassandra. Oggi ci accoglie la riproduzione di un gigantesco cavallo eretto alle porte della città.
Siamo alla fine di questo viaggio e devo ammettere che essere qui in questo momento mi fa provare forti emozioni, e come tornare in un posto dove sei mancato per anni, e guardi quello che è rimasto pensando a come era quando lo ai lasciato........ ed anche se gli scavi hanno portato alla luce resti di città diverse costruite su strati diversi in epoche diverse da quelle narrate nei poemi omerici, quello che conta e che io sono qui, ora, davanti alle mitiche mura di una…………. leggenda.
L’altra faccia della Turchia.
Della Turchia si è detto tanto in questi anni, forse anche a sproposito, oggi viene considerata dai mezzi di informazione una Repubblica islamica “moderata” bah…….. esiste forse una repubblica cristiana “ moderata” ?? Le repubbliche islamiche non esistono, per il semplice fatto che non esiste più il Califfato. Perché abbiamo paura che la Turchia entri in Europa. Eppure sono più le cose che ci uniscono di quelle che ci dividono. Chi arriva a Istanbul ha la sensazione di trovarsi in una città Europea. L’unico problema è politico, ed anche se il mio collega Turco avrà sicuramente da ridire, mi sento in dovere di fare delle brevi considerazioni.
La Turchia è un regime, ed i Turchi chiamano questo regime “Repubblica”. Il suo potere si fonda su tre istituzioni: esercito,burocrazia,giustizia. La Costituzione garantisce la sopravvivenza del regime, e con le elezioni i cittadini si limitano a eleggere dei semplici esecutori senza avere nessun potere su chi detiene davvero il potere. Il potere non si trasmette da padre in figlio, ma resta nelle mani della stessa casta. In Turchia il parlamento non può decidere la durata del servizio militare,ed è l’esercito a decidere se si deve aprire un posto di frontiera a Cipro. Questo sistema assomiglia ad un “sultanato” creato agli inizi del secolo. Ecco perché oggi la società Turca è divisa tra chi vuole cambiare questo sistema e chi vuole conservarlo. Così chi vuole un cambiamento radicale viene definito “nemico di Ataturk”. In realtà Ataturk respinse il modello democratico per creare una sua dittatura, a causa delle particolari condizioni dell’epoca. I sostenitori del regime vogliono solo difendere quella vecchia dittatura. Un’altra cosa che mi ha stupito è stato il silenzio sul genocidio degli Armeni. Parlando con dei Turchi, com’è possibile che non abbiano mai letto niente nei libri di storia su un evento in cui sono morte centinaia di migliaia di persone? Tutto il mondo considera un genocidio il fatto che gli Armeni uccisi furono così tanti che neanche gli Armeni sono in grado di dire quanti siano stati. La questione del genocidio armeno è in discussione nei parlamenti di Francia, Svizzera, Stati Uniti che recentemente hanno votato un progetto di legge per riconoscere il genocidio……..e il parlamento Turco? Silenzio….. Esiste una definizione giuridica di genocidio, ed i massacri compiuti dal movimento nazionalista dei Giovani Turchi corrisponde a questa definizione. Ogni società, ogni stato ha i suoi lati oscuri e non possiamo certo cambiare il passato, ma è possibile essere coraggiosi e affrontare la verità. Se non si ha il coraggio di affrontare eventi di 95 anni fa e si accettano che le bugie ipotechino il futuro delle relazioni tra settanta milioni di persone e il mondo esterno, allora è facile essere umiliati e screditati. Diventa impossibile criticare e screditare le persone coraggiose che non hanno paura di guardare in faccia la realtà e di dire la verità.
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